martedì 7 aprile 2009

lo Stabat Mater per Francesco e le vittime del terremoto


CECCANO _ Saranno le note drammatiche ma piene di speranza dello Stabat Mater di Gioacchino Rossini, mercoledì santo 8 aprile 2009 alle 21, nella Chiesa di San Giovanni Battista a Ceccano, a ricordare il percussionista Francesco Alviti, scomparso a 21 anni il 23 febbraio scorso, insieme alle tante vittime, molte delle quali giovani come Francesco, del terremoto dell'Abruzzo.

L'iniziativa è stata voluta dal Concentus per ricordare il suo percussionista che proprio il 23 aprile dello scorso anno, a Ripi, per la Festa di San Giorgio, aveva interpretato lo Stabat rossiniano con i suoi timpani. E al suo posto domani sera ci sarà Fabrizio Bartolini, il compagno percussionista con il quale Francesco Alviti si era già affermato, nonostante la giovane età. Naturalmente la concomitanza della tragedia abruzzese ha fatto sì che il concerto di mercoledì sera non potesse non accomunare al ricordo di Francesco, anche le vittime del terremoto aquilano.

Lo Stabat Mater di Rossini mette insieme il dramma e la poesia, la religiosità e la forza teatrale. Si direbbe che dei sette dolori di Maria, che derivano tutti dalla sua condizione di ‘Madre dell’uomo dei dolori’, l’arte e la devozione abbiano soprattutto posto in risalto la icona della Pietà: la Madre dolorosa che accoglie tra le braccia e stringe al cuore il Figlio suo morto sulla Croce. Ed è qui – sul volto di una Madre come impietrita dal dolore – che si coglie la dimensione più profonda della compassione: dolore e pace, sofferenza e speranza, strazio infinito e amore ineffabile. Ma, la Vergine Addolorata non si piega: rimane ritta e forte ai piedi della Croce (è il plastico senso latino dello "stabat Mater"), sorretta dalla pienezza della grazia proprio nei momenti in cui più forte è la sua partecipazione alla Passione del Figlio suo Gesù.

E' un'immagine che è talmente cara alla coscienza di ciascuno perché Maria è la Madre della com-passione perché si immedesima talmente nelle sofferenze del Figlio da sentirle nella sua anima e nella sua carne. E proprio perché Maria è la Madre della compassione può essere la Consolatrice degli afflitti; perché solo chi è davvero com-passionevole può comprendere il dolore degli altri, il dolore del mondo. Grande tema, questo del dolore del mondo; discorso che si comprende soltanto quando ci si immedesima nel dolore altrui. La forte devozione alla Vergine Addolorata, nella sua essenza, non è altro che un modo di partecipare, attraverso la contemplazione del dolore della Madre, alla passione di Cristo, che si prolunga nel dolore dell’uomo e induce a comprendere e a sollevare le umane sofferenze. Ecco il motivo della scelta della grande composizione rossiniana per ricordare la breve ma intensa vita di Francesco e insieme le tante vittime, purtroppo molte della stessa età, del terremoto.

Gioacchino Rossini compone lo Stabat Mater quasi come compimento della sua opera musicale. Nel brano, bello e suggestivo, si trovano tanti motivi fortemente operistici che però attribuiscono ancora più forza al testo di Jacopone e alla rappresentazione drammatica di quanto avviene sul Golgota.

L'esecuzione è affidata alle voci di Vittoria D'Annibale, soprano, Fabiola Mastrogiacomo, mezzosoprano, Enrico talocco, tenore ed Adriano Scaccia, basso.

L'accompagnamento musicale è di Silvia Palombi al pianoforte ed Alessandra Maura all'organo, con le percussioni di Fabrizio Bartolini. Il coro polifonico è quello del Concentus Musicus Fabraternus Josquin Des Pres. La direzione è affidata a Mauro Gizzi.

Il concerto inizierà alle ore 21.

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