martedì 21 aprile 2009



Erano le parole…era per sempre musica…

Unico…fratello mio,fammi sentire ancora la musica…perché se lei ha voluto unirci,lei non ci dividerà…
il mio filo di cristallo è legato al tuo essere…e senza di te vado fuori tempo,fuori dal tempo…fuori dalla realtà…
suona con le mie mani…senza mai aver paura di stancarmi,sono note che risuonano d’amore fraterno…

per sempre, come un eco incessante che non trova ostacoli…

martedì 14 aprile 2009

la vita è proprio un cinema...PARADISO!



E.&A.Morricone: "Nuovo Cinema Paradiso" - Orchestra da Camera 'Athanor'

-Ennio Morricone: "Nuovo Cinema Paradiso"
-Andrea Morricone: "Tema d'Amore"
dal film "Nuovo Cinema Paradiso" (G.Tornatore, 1988)

(orchestrazione: Gian Luigi Zampieri)
registrazione: Viterbo, Teatro dell'Unione - 21 marzo 2009

Nello Salza, Tromba solista
Gian Luigi Zampieri, Direttore & Pianoforte

Come vedete non ci sono percussioni, o almeno, ci sono gli strumenti ma non c'è nessuno a suonarli... in quel concerto ho avuto l'onore di essere io il percussionista di turno, ma sono voluto uscire durante l'esecuzione di questo brano per lasciare il posto al mio fratellino CESCKO...

Le note di "Nuovo Cinema Paradiso" sono state suonate durante la messa a una settimana dalla scomparsa di Cescko, durante la messa del Trigesimo dagli _ICA brothers... e sono state incise sulla tomba...

Rappresentano per me e la sua famiglia la colonna sonora della sua vita, perchè ce l'ha insegnato proprio lui ce la vita è proprio un cinema... PARADISO!

ti voglio bene fratellì

bizio

domenica 12 aprile 2009

fratellì, la vita è bella...


ieri ho lasciato volutamente una tua foto all'auditorium Parco della Musica, sala Santa Cecilia... la più grande! L'ho fatto perchè tu, in qualche modo, possa realizzare il sogno di suonare li, nella nostra sala preferita...

La sala dove abbiamo visto insieme molti concerti... la sala che nominavamo sempre una volta finito il concerto:" Ma ci pensi, io e te, sopra quel palco, in veste di percussionisti con qualche grande orchestra??!!"

Ieri ho suonato su quel palco, con Nicola Piovani e l'orchestra Roma Sinfonietta... ho suonato il vibes (ultimamente capita troppo spesso per uno che non studia mai ihihihi)... alle note della vita è bella ho sentito la tua voce, ho guardato la tua foto e tu eri li che mi sorridevi! Mi sono emozionato perchè mi hai sussurrato:"Fratellì, la vita è bella"...

Non è una pasqua felice per me, come non lo è per molte persone e non mi riferisco solo ai tuoi amici che ancora non credono ai loro occhi, ma mi riferisco anche alle 294 vittime del sisma in Abruzzo...

l'anno scorso eravamo insieme a pasqua, a pasquetta da Alessndro a Ferentino che tra una bistecca e un'altra stavamo sempre a progettare le nostre esibizioni.. oggi no!

Ora che sei entrato a far parte degli angeli più preziosi del signore e soprattutto, sei uno dei più rumorosi visto lo strumento che suoni, ti auguro una buona pasqua...

ieri sera sei risorto nelle magiche note di piovani...perchè ce l'hai insegnato proprio tu, anche quando il signore tira delle mazzate dolorosissime, LA VITA è BELLA!

ti voglio bene....
per sempre
bizio

martedì 7 aprile 2009

lo Stabat Mater per Francesco e le vittime del terremoto


CECCANO _ Saranno le note drammatiche ma piene di speranza dello Stabat Mater di Gioacchino Rossini, mercoledì santo 8 aprile 2009 alle 21, nella Chiesa di San Giovanni Battista a Ceccano, a ricordare il percussionista Francesco Alviti, scomparso a 21 anni il 23 febbraio scorso, insieme alle tante vittime, molte delle quali giovani come Francesco, del terremoto dell'Abruzzo.

L'iniziativa è stata voluta dal Concentus per ricordare il suo percussionista che proprio il 23 aprile dello scorso anno, a Ripi, per la Festa di San Giorgio, aveva interpretato lo Stabat rossiniano con i suoi timpani. E al suo posto domani sera ci sarà Fabrizio Bartolini, il compagno percussionista con il quale Francesco Alviti si era già affermato, nonostante la giovane età. Naturalmente la concomitanza della tragedia abruzzese ha fatto sì che il concerto di mercoledì sera non potesse non accomunare al ricordo di Francesco, anche le vittime del terremoto aquilano.

Lo Stabat Mater di Rossini mette insieme il dramma e la poesia, la religiosità e la forza teatrale. Si direbbe che dei sette dolori di Maria, che derivano tutti dalla sua condizione di ‘Madre dell’uomo dei dolori’, l’arte e la devozione abbiano soprattutto posto in risalto la icona della Pietà: la Madre dolorosa che accoglie tra le braccia e stringe al cuore il Figlio suo morto sulla Croce. Ed è qui – sul volto di una Madre come impietrita dal dolore – che si coglie la dimensione più profonda della compassione: dolore e pace, sofferenza e speranza, strazio infinito e amore ineffabile. Ma, la Vergine Addolorata non si piega: rimane ritta e forte ai piedi della Croce (è il plastico senso latino dello "stabat Mater"), sorretta dalla pienezza della grazia proprio nei momenti in cui più forte è la sua partecipazione alla Passione del Figlio suo Gesù.

E' un'immagine che è talmente cara alla coscienza di ciascuno perché Maria è la Madre della com-passione perché si immedesima talmente nelle sofferenze del Figlio da sentirle nella sua anima e nella sua carne. E proprio perché Maria è la Madre della compassione può essere la Consolatrice degli afflitti; perché solo chi è davvero com-passionevole può comprendere il dolore degli altri, il dolore del mondo. Grande tema, questo del dolore del mondo; discorso che si comprende soltanto quando ci si immedesima nel dolore altrui. La forte devozione alla Vergine Addolorata, nella sua essenza, non è altro che un modo di partecipare, attraverso la contemplazione del dolore della Madre, alla passione di Cristo, che si prolunga nel dolore dell’uomo e induce a comprendere e a sollevare le umane sofferenze. Ecco il motivo della scelta della grande composizione rossiniana per ricordare la breve ma intensa vita di Francesco e insieme le tante vittime, purtroppo molte della stessa età, del terremoto.

Gioacchino Rossini compone lo Stabat Mater quasi come compimento della sua opera musicale. Nel brano, bello e suggestivo, si trovano tanti motivi fortemente operistici che però attribuiscono ancora più forza al testo di Jacopone e alla rappresentazione drammatica di quanto avviene sul Golgota.

L'esecuzione è affidata alle voci di Vittoria D'Annibale, soprano, Fabiola Mastrogiacomo, mezzosoprano, Enrico talocco, tenore ed Adriano Scaccia, basso.

L'accompagnamento musicale è di Silvia Palombi al pianoforte ed Alessandra Maura all'organo, con le percussioni di Fabrizio Bartolini. Il coro polifonico è quello del Concentus Musicus Fabraternus Josquin Des Pres. La direzione è affidata a Mauro Gizzi.

Il concerto inizierà alle ore 21.

venerdì 3 aprile 2009

ti aspetto in sala.. proprio a fianco a me, come sempre... porto tutto io, anche le bacchette! Ti aspetto per l'ennesima suonata insieme... adesso però è una delle più importanti! Ora si può... ora si deve...

Ciao cescko... ciao fratellino mio... Il nostro DUO EKPERKUSSIVO dovrà oltrepassare ogni margine... siediti vicino a me in quella sala di Riva del Garda, che tempo fa ci ha visti già vincitori, e suoniamo fortissimooooooooooooo...... tanto giggi non ci dirà mai niente, perchè come suoniamo noi, non suona nessuno...

bizio

tamburi...

Ciao Fabrizio, scusa se ti scrivo ma volevo mandarti questo pensiero per Francesco da mettere sul blog ufficiale ho provato a mandarlo dal blog ma mi sa tanto che non sono riuscita, ti ringrazio fin da ora per la tua disponibilità e a presto saluti sinceri Sara Mastrogiacomo


TAMBURI........
ohh...tamburi nascosti tra i cieli......
un percussionista vi fa risuonare......
vibrazioni forti e decise inseguono le nuvole.....

il tam tam è partito ......
arrivato lontano....
porta messaggi.......

tutti accorono e ascoltano......
assonanze...
risonanze....
dissonanze....
consonanze.....
ritmate da un unico battere .......il tuo Franesco.......Percussionista forte e gentile......il tuo tamburo risuona sempre per noi.........

(Sara Mastrogiacomo '09)

giovedì 2 aprile 2009

So che un giorno ci incontreremo

Caro Francesco,

finalmente libera dal pensiero della tesi e finalmente laureata, riesco a scriverti questa lettera che ho in mente da un mese, da quando ho saputo... era venerdì e per puro caso mi sono connessa in Messenger: Hanael aveva scritto "ciao cesco mi mancherai"... ho capito subito, eri l'unico Francesco che io e lei abbiamo in comune...

All'inizio ci sono rimasta male, ma mi succede sempre quando avvengono fatti del genere... però il weekend l'ho passato bene, senza pensarti molto, in fondo non ti conoscevo... solo il lunedì sera mi è venuto in mente di cercare il tuo nome su Facebook... e ho passato la serata a leggere le stupende parole che i tuoi amici ti hanno dedicato nei vari gruppi che sono nati in quella settimana... ho pianto tanto quella sera, pur conoscendoti solo attraverso le parole di Hanael... ho pianto per te, per i tuoi genitori, per i tuoi amici, per i tuoi compagni bandisti, per i tuoi insegnanti... quante persone hanno fatto parte della tua vita? quante persone hanno affrontato quei nove mesi terrorizzate al pensiero di perderti e allo stesso tempo fiduciose? fiduciose nel Signore, fiduciose nella scienza, fiduciose perché TU eri fiducioso e volevi farcela...

E invece il destino si è accanito e ha deciso che per te era tutto finito... non ci è dato sapere il perché, lo scopriremo quanto avremo affrontato quel passaggio che tu hai già affrontato... e allora sapremo perché per te tutto è finito così presto...

Sai qual è la cosa che più mi ha aiutata in questo mese? la forza e la FEDE che ha dimostrato tuo padre... soprattutto i primi giorni, in cui eri sempre tra i miei pensieri, le parole di tu padre mi facevano pensare: "se lui crede così fermamente, nonostante tutto, nonostante il dolore, vuol dire che anch'io posso farcela, e vuol dire che non devo disperarmi, perché tu, Francesco, sei sempre tra noi (anche con me, anche se non ci conoscevamo), ci sorvegli e ci fai capire che stai bene e che un giorno ci rivedremo, e allora suonerai ancora per tutti noi..."

Tuo padre, Pietro: un nome importante per la Chiesa, un nome importante per tutti noi, perché è lui che ci guida nel dolore e ci dimostra che le vie del Signore sono infinite e sconosciute, ma noi dobbiamo accettarle, anche se è difficile, anche se sembra impossibile... perché il Signore ci mette davanti alle difficoltà, ci impone delle prove, ma lo fa perché sa che possiamo superarle, che abbiamo la forza per farlo... questo mi ha insegnato tuo padre, e questo spero di ricordarmi sempre...

Il tuo amico, Fabrizio: gli ho chiesto l'amicizia per testimoniargli la mia vicinanza (puramente "mentale" vista la lontananza fisica...) e da un mese a questa parte lo apprezzo come persona, pur non conoscendolo personalmente, per tutto quello che ha fatto, che sta facendo e che farà, per mantenere il ricordo di te vivo in tutti coloro che ti hanno conosciuto e in tutti coloro che ti conoscono solo attraverso le sue parole, e quelle di tutti i tuoi amici...

Di solito quando muore qualcuno nessuno sa mai cosa dire, si ha sempre paura di sbagliare, di dire quello che non va...nel tuo caso sono rimasta commossa nel vedere quante persone hanno voluto manifestare la loro vicinanza scrivendo a tuo padre e a Fabrizio... quanti hanno voluto ricordare te, la tua gioia di vivere, la tua musica, i viaggi fatti con te...
Io di te ho un unico ricordo... quella sera ad Ala, il concerto... e soprattutto dopo, vicino alla fontanella, io, te, Marco, Hanael e le sue amiche... a parlare, in una tranquilla sera d'estate... ignari di quello che sarebbe avvenuto pochi mesi dopo… Poi Hanael mi ha parlato di te, di quanto vi siate trovati bene…e ho sperato per lei che poteste rivedervi presto…

E poi l'anno scorso, sono venuti loro a Ferentino… e al ritorno la notizia... ci sono rimasta male, non avrei mai pensato che potesse succedere... poi ho accantonato il pensiero di te, perché la vita va avanti lo stesso, perché non ci si può ricordare di tutti... e mi sono improvvisamente ricordata di te quel venerdì, quando ormai era troppo tardi e già non c'eri più... ma da allora il ricordo di te c'è sempre, ogni giorno, perché so che dall'alto osservi tutti, aiuti tutti, metti le tue mani sulle bacchette di Fabrizio e suoni con lui...

Penso che nessuno potrà mai dimenticarti, né vorrà mai dimenticarti... dovevi essere un ragazzo fantastico, con un grande sogno, la musica, e un grande carattere... penso tu sia stato molto coraggioso nell'affrontare quei mesi, penso tu abbia creduto e sperato fino all'ultimo di farcela... ma purtroppo il Signore ti ha voluto con sé... forse perché eri il migliore e il tuo esempio doveva servire a noi per capire che bisogna vivere, sempre, senza mai fermarsi, senza mai demoralizzarsi, perché le cose belle accadono, dobbiamo aspettarle, e intanto vivere...

So che un giorno ci incontreremo… e allora ci conosceremo, mi racconterai quante cose belle hai fatto sulla Terra e quante ne hai fatte e ne stai facendo lassù, dove ti immagino impegnato a suonare, dove ti immagino circondato da tantissime persone che ti ascoltano estasiate… e tra queste ci sono anche le persone a cui io ho voluto bene, e alle quali penso ogni giorno, così come penso a te…

Riposa in pace e suona per noi, che ti ricorderemo sempre…

Federica Marasca

IL CUORE PIU' BELLO

ciao pietro...stavo rileggendo alcune e-mail e ne ho trovata una di francesco....me l'aveva mandata in un momento in cui stavo un bel pò giù, l'aveva trovata su internet...

IL CUORE PIù BELLO

C'era una volta un giovane in mezzo a una piazza gremita di persone: diceva di avere il cuore più bello dei mondo o, quantomeno, dell'intera vallata. Tutti quanti erano sbalorditi per questo, e glielo ammiravano: era davvero perfetto, senza alcun minimo difetto. Erano tutti concordi nell'ammettere che quello era proprio il cuore più bello che avessero mai visto in vita loro, e più lo dicevano, più il giovane s'insuperbiva e si vantava di quel suo cuore meraviglioso.

All'improvviso spuntò fuori dal nulla un vecchio che, emergendo dalla folla disse: "Beh, a onor del vero, il tuo cuore è molto meno bello del mio!" Quando lo mostrò, aveva puntati addosso gli occhi di tutti: della folla, e del ragazzo.
Certo, quel cuore batteva forte, ma era ricoperto di cicatrici.

C'erano zone dalle quali erano stati asportati dei pezzi e rimpiazzati con altri, ma non combaciavano bene. Così il cuore risultava tutto bitorzoluto. Per giunta, era pieno di grossi buchi, dove mancavano interi pezzi. Così tutti quanti osservavano il vecchio, colmi di perplessità, e si domandavano come egli potesse affermare che il suo cuore fosse non solo bello, ma il più bello!

Il giovane guardò com'era ridotto quel vecchio e scoppiò a ridere: "Starai scherzando!" disse. "Confronta il tuo cuore col mio: il mio è perfetto, Mentre il tuo è un rattoppo di ferite e lacrime". "Vero", ammise il vecchio. "Il tuo ha un
aspetto assolutamente perfetto, ma non farei mai a cambio col mio. Vedi, ogni ferita che tu vedi rappresenta una persona alla quale ho donato il mio amore: ho staccato un pezzo del mio cuore e gliel'ho dato.

Spesso ho ricevuto in cambio un pezzo del loro cuore, a colmare il vuoto lasciato nel mio cuore. Ma, certo, ciò che dai non è mal esattamente uguale a quel che ricevi così ho qualche bitorzolo, a cui sono molto affezionato, però: ciascuno mi ricorda l'amore che ho condiviso. Altre volte, invece, ho dato via pezzi del mio cuore a persone che non mi hanno corrisposto: questo ti spiega le voragini. Amare, tu lo sai, è rischioso, ma per quanto dolorose siano queste voragini che rimangono aperte nel mio cuore, mi ricordano sempre l'amore che provo anche per queste persone... e chissà? Forse un giorno ritorneranno e magari colmeranno lo spazio che ho riservato per loro. Comprendi, adesso, che cosa sia la vera bellezza?".

Il giovane era rimasto senza parole, e lacrime copiose gli rigavano il volto. Prese un pezzo del proprio cuore, corse incontro al vecchio, e glielo offrì con le mani che gli tremavano. Il vecchio lo accettò, lo mise nel suo cuore, poi prese un pezzo del suo vecchio cuore rattoppato e con esso colmò la ferita rimasta aperta nel cuore del giovane. Ci entrava, ma non combaciava perfettamente, faceva un piccolo bitorzolo.
Il giovane guardò il suo cuore, che non era più il cuore più bello del mondo, eppure lo trovava meraviglioso come mai: perché l'amore del vecchio ora scorreva dentro di lui!

Martina Vitale

mercoledì 1 aprile 2009

concerto per francesco: STABAT MATER - ROSSINI

cari amici,

vi comunico che mercledì 8 aprile alle ore 21.00 avrà inizio il concerto del coro "Josquin Des Prez" diretto dal M° Mauro Gizzi, presso la chiesa san Giovanni di Ceccano, piazza San Giovanni.

Esecuzine dello Stabat Mater di Gioacchino Rossini.

Vi aspettiamo!